mercoledì 20 marzo 2013

Le Sorelle soffici di Pierpaolo Vettori | Recensione

L’Italia trafficona e corrotta di Tangentopoli raccontata da Alice nel Paese delle Meraviglie, ovvero può sopravvivere l’innocenza in un mondo come questo? Un romanzo affascinante che segna la scoperta di una voce nuova e originalissima.



Titolo: Le sorelle Soffici
Autore: Pierpaolo Vettori
Editore: Elliot
Collana: Scatti
Data di Pubblicazione: Gennaio 2012
Pagine: 192
Prezzo: 16,00 euro
ISBN: 9788861922440

Trama
Veronica Soffici è una ragazza molto speciale, parla con gli scrittori defunti che popolano la biblioteca di casa, mangia mele con i chiodi di garofano e sente di essere la sola a difendere la sorella Cecilia dai pericoli terreni e ultraterreni. La sua è una famiglia di industriali la cui fortuna è stata costruita sulla ricetta segreta di una marmellata diventata famosa in tutto il mondo. Ma i tempi cambiano e l’ombra del fallimento sembra incombente, mentre i primi scandali di Tangentopoli cominciano ad apparire nelle cronache. Un aiuto potrebbe arrivare da un ambiguo faccendiere, l’unico in grado di garantire una via d’uscita, ma sarà necessario sacrificare qualcuno. Giorno dopo giorno Veronica riporta nel suo diario ricordi, visioni, fantasie ma anche i mutamenti repentini che stravolgono la routine familiare, insieme al viavai di speculatori, portaborse e politici che stringono d’assedio i terreni intorno a Villa Soffici. Alla ragazza non resta che organizzare una forma di resistenza tutta sua e giocare la crudele partita con il mondo. Poetico e affascinante, questo romanzo è un grido di battaglia a difesa dell’innocenza e della fantasia contro l’avanzare di una barbarie dell’anima che non concede prigionieri. Un’opera spiazzante, diversa, indimenticabile.

L'AUTORE
Pierpaolo Vettori è nato a Venaria Reale in provincia di Torino nel 1967. Le sorelle Soffici è stato finalista e segnalato dalla giuria alla XXIV edizione del Premio Calvino. Per diversi anni si è occupato di musica e ha lottato contro i demoni. Alcuni li ha catturati e messi su carta.
(Recensione di Petra - da Diario di Pensieri Persi)


RECENSIONE
[di Petra Zari]


Questo è un diario di un’adolescente, eppure non è un diario qualunque, poiché Veronica — colei che meticolosamente riempie le sue pagine ogni giorno — non è una giovane “qualunque”Veronica possiede una dote speciale che — ironia del destino — la gran parte dell’umanità definisce erroneamente “debolezza” o addirittura “difetto”: il talento di vedere la realtà attraverso le lenti colorate dell’immaginazione, che solo una mente profondamente bambina contiene. Nel suo Diario racconta dell’affetto per la sorella Cecilia, una creatura che, attraverso il suo sguardo particolare, ci appare diafana come una piccola fata, delicata e bellissima quasi fosse della stessa consistenza della luce; così fragile  ed ingenua da renderle necessaria una protezione fisica e spirituale, cui Veronica non si sottrae ma, al contrario, considera un proprio compito, un dovere consapevole. Veronica scrive quel poco che sa di sua madre, sostituita così presto dalla sorella di questa, che non ama le due ragazze — non può amarle — come una vera madre, nonostante i molti tentativi. Veronica scrive del padre ammalato che pare non voler guarire, domandandosi il perché di quella distanza imposta alle figlie dai familiari, quelle mancate risposte alle molte domande, quell’insolito via vai di persone che parlano di progetti futuri dimenticando, “forse volontariamente?” — si chiede —, il nome di suo amato padre, Ernesto SofficiScrive della sua famiglia che, come lei, non è una qualunque.

La famiglia Soffici ha una lunga discendenza, un passato ed un presente gloriosi nel mondo del commercio — tutti conoscono la Marmellata Soffici — la sua storia inizia, come tante, con una semplice intuizione ed una sana ambizione, quanto basta per conquistare la fiducia del compratore e la conseguente fedeltà. Una tetra galleria di ritratti ricorda alle sorelle le responsabilità dei loro natali, sebbene, a causa della loro imperfezione, sia negato loro il compito di continuarne le gesta. 
Prive di un ruolo definito nella famiglia, le due ragazze — ormai ad un passo dal divenire donne — impegnate appena un poco nei colloqui con il Dottor Tauber, si trovano padrone di un tempo libero dilatato che colmano condividendo giochi, passeggiate e molte, molte letture, indossando come vere attrici talentuose, o bambine alla recita scolastica, le vesti di eroi ed eroine uscite dai romanzi, classici o d’avventura, prestati dalla libreria paterna. I libri sono per le sorelle: quei viaggi del pensiero, altrimenti impossibili, di cui scriveva la Dickinson; e sono compagni di avventure, amici, persino “orecchi invisibili” testimoni di eventi nascosti. Anche per queste innumerevoli letture e riletture, il Diario di Veronica è così colto, traboccante di citazioni e scorrevole... il romanzo in forma di diario che la vede protagonista.
 

Mentre ci racconta degli incomprensibili eventi all’interno di Villa Soffici, tra individui sconosciuti, traffici poco chiari, dialoghi dal doppio fondo, relazioni pericolose, accuse palesi ed accordi segreti, mentre ci racconta una realtà scomoda cui — quasi inconsapevolmente — appartiene, Veronica descrive il suo mondo particolare attraverso il filtro di quel talento, tra angeli e demoni, personaggi d’inchiostro ed altri, più o meno reali, mascherati da clown, trapezisti o illusionisti... colori, luci ed ombre si alternano in una realtà alternativa che s’intreccia con quella nota a tutti, senza che si perda il filo logico del Paese delle Meraviglie, dove ogni cosa è ribaltata come nello specchio, il Bene come il Male, dove ogni cosa è possibile come sull’Isola che non c’è, se si ha la fantasia sufficiente per immaginarla.

Una delle più inquietanti e spregevoli realtà della cronaca nostrana è stravolta e riletta dalla mente strabiliante di una ragazza indebitamente definita infelice... uno spirito acuto come pochi, una forza d’animo invidiabile, una sensibilità intensa che sta in bilico tra realtà immaginazione, confondendo i confini del tangibile e del suo riflesso, nessuno, prima d’ora, aveva pensato a lei come l’eroina di un romanzo, finché un osservatore attento come Vettori non ne ha visto per noi le molte e inaspettate potenzialità.
Questo piccolo libro contiene molte cose delle quali non dovremmo mai poter fare a meno: la comprensione di un mondo diverso dal nostro, sebbene si tratti, in fondo, dello stesso mondo; un punto di vista cui non avremmo pensato senza un suggerimento ben preciso; la consapevolezza della fragilità dell’esistenza; infine, l’incantesimo prodotto dall’immaginazione, l’àncora sul fondo della nostra ingenuità bambina che ci salva dall’ipocrisia e dalla gravità della vita reale, trasformando la più triste esistenza in un romanzo di fantasia, imbottito di magia ed avventura, colorato dai più strabilianti personaggi e narrato con la migliore interprete fra le voci... così come solo un grosso pesce sa fare.

VALUTAZIONE T&TBC



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