mercoledì 20 marzo 2013

Il tizio della tomba accanto di Katarina Mazetti [Recensione]

Un romanzo d’amore tenero e divertente
sull'incontro /scontro tra due persone che più diverse non si può. 

Titolo: Il tizio della tomba accanto
Autore: Katarina Mazetti
Editore: Elliot
Collana: Scatti
Data di Pubblicazione: Novembre 2010
Pagine: 256
Prezzo: 16,00 euro
ISBN: 978-8861922037


Trama
Desirée è una bibliotecaria di trentacinque anni rimasta vedova di un biologo bello e intelligente, che non ha mai però conosciuto davvero. Quando lui è morto, investito da un camion, lei si è sentita tradita e offesa, e durante le ore che passa sulla panchina del cimitero davanti alla sua lapide, essenziale e sobria, più che dolore prova un inspiegabile risentimento. Benny è un allevatore di vacche da latte, rimasto solo a gestire la sua fattoria da quando la madre è morta. La sua vita è scandita dagli imprescindibili orari delle mungiture e dalle lunghe visite al cimitero, durante le quali si dedica con passione alla cura della tomba dei genitori, pacchiana e kitsch quanto basta per far inorridire Desirée. I due si ritrovano a volte seduti sulla stessa panchina e l'antipatia è tanto reciproca quanto intensa. Fino a quando, un giorno, un casuale scambio di sorrisi fa scattare la scintilla e miracolosamente tutto cambia. Tra i due nasce un amore pieno di passione ma segnato fin dall'inizio dallo "shock culturale": lui si sente a disagio nell'appartamento asettico ed essenziale di lei, che a sua volta trova raccapriccianti i ricami della madre che invadono la casa di lui; Benny si addormenta all'Opera, mentre Desirée non mostra il minimo interesse nei confronti dell'azienda agricola. Man mano che trascorrono i mesi sembra che, invece di avvicinarsi, i due si allontanino sempre di più.


L'AUTRICE
Katarina Mazetti è nata in Svezia nel 1944, è stata prima insegnante e poi a lungo giornalista. Autrice di libri per bambini e per adulti, ha ottenuto un successo straordinario con il romanzo Il tizio della tomba accanto (che è stato tradotto in numerosi paesi e da cui è stato tratto un film) a cui ha fatto seguito Tomba di famiglia.


RECENSIONE
[di Aurore Favilla]
Le ragioni che portano a scegliere questo libro sono tendenzialmente tre. Primo, l’autrice svedese che, con la sua nazionalità, porta tutto il carico che i suoi compatrioti hanno dato alla letteratura scandinava. Secondo, la curiosità di vedere come se la cavano gli scrittori nordici con questo genere definito dai più femminile - rosa tra i tanti libri gialli e noir caratterizzati da una scrittura scarna, cruda e reale, dove vengono svelati i lati più oscuri della popolazione quali l’alienamento, la solitudine, la pazzia e il baratro tra fervida innovazione e tradizione anchilosata.Terzo, l’originalità del titolo con il gioco di parole tra l’espressione classica e la variante gotica e grottesca. 

La trama del libro è semplice: l’incontro tra due single con realtà, abitudini e interessi diametralmente opposti. Lei vedova e bibliotecaria grigia e frustrata, lui scapolo, contadino nella campagna intorno alla città. Lo sviluppo della storia è quindi assai prevedibile e tutta la scrittura si regge sul confronto e scontro tra questi due soggetti che si attraggono e si respingono con la stessa violenza. L’incipit ha l’originalità del luogo d’incontro, il cimitero dove lei piange sulla tomba del defunto marito e lui cura con devozione  quella della madre. La loro attrazione è di sicuro mossa da più fattori, tutti presenti tanto nella civiltà scandinava moderna quanto nella nostra. La solitudine, la noia e la monotonia sono le principali motivazioni di Desirée oltre all'orologio biologico che ha iniziato il conto alla rovescia. La donna, dopo la morte del marito, si rende conto, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, che la loro vita era vuota e vana e la loro relazione era asettica. Questa angoscia e sentimento d'insuccesso la portano ad una vulnerabilità e ribellione che la convincono a cercare di recuperare nell'estremo opposto di se stessa. La solitudine mista allo sconforto, la comodità e l’appagamento sessuale sono invece le principali ragioni dell’interessamento di Benny. Lo scapolo, dopo la morte della madre, non ha più una donna che si occupa di lui, che tiene la casa, cucina, lo consola. Ha poi bisogno di soddisfare altre funzioni primarie che completano il quadro dell’uomo rude e semplice. Altra ragione è poi la poca possibilità di incontro di un uomo che passa quindici ore al giorno nei campi, senza la possibilità di lasciare nemmeno per mezza giornata la fattoria. Le poche conquiste scappano poi appena scoprono il mestiere del loro cavaliere, il fango nell'aia, gli animali e la “prigionia”. Benny ha colto al balzo il sorriso della visitatrice della tomba vicina, ponendosi quasi la sfida di conquistare una donna all'inizio inorridita da lui.

Il libro è un elogio ai cliché tra la donna istruita, acida e insoddisfatta e l’uomo contadino, semplice e maschilista. Questo potrebbe sminuire lo spessore del libro e lasciare con l’amaro in bocca il lettore se non fosse che alla fine rappresenta abbastanza fedelmente la realtà. Una conferma la si può trovare guardando una trasmissione (L’amour est dans le prè), seguitissima oltralpe, che cerca di accasare agricoltori e agricoltrici che con i loro mezzi non riescono a trovare la dolce metà. Molte delle situazioni descritte dalla Mazetti si ritrovano con stupore nel reality che da quando è nato sette anni fa ha già formato 40 coppie e  24 matrimoni da cui sono nati 25 bambini.

L’autrice scrive in modo diretto e scarno, talvolta troppo tralasciando l’introspezione dei personaggi, descrivendo situazioni tra l’assurdo e il comico e mostrando l’humour nordico. Altro merito da dare all'autrice è la scelta del finale che non termina con il classico happy end hollywoodiano che vede annullare alla fine il divario tra i due protagonisti, ma ha il coraggio di concludere con il compromesso.

VALUTAZIONE T&TBC

 1/2

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