La famiglia come covo di segreti innominabili, la sensualità di uomini e donne, la lotta per la roba nella Sicilia di oggi.
Titolo: Boccamurata
Autore: Simonetta Agnello Hornby
ISBN: 978-8807720796
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Collana: Universale Economica
Data di Pubblicazione: 2 gennaio 2009
Pagine: 271
Prezzo: 8,00 euro
Trama
Chi è stata la madre di Tito? Una poco di buono, come dicono certe voci cattive? O una signora di buona famiglia costretta a "sparire", come ha sempre detto il padre Gaspare? Tito è alla guida di un pastificio, fonte non solo di ricchezza ma anche di conflitti, tensioni e invidie in seno a una famiglia allo sbando. È soltanto la sua autorità a tenerla insieme, a volerla unita, con il sostegno forte della mite presenza di una vecchia zia: zia Rachele ha vegliato su Tito e poi sui figli di lui e non ha perso la capacità di intuire anche quello che le si vorrebbe tener nascosto, ma nel suo sguardo cominciano ad affiorare a poco a poco ricordi confusi e brandelli di segreti custoditi tenacemente per più di mezzo secolo. A smuovere ulteriormente le acque torbide, insieme alla bellissima Irina, spregiudicata e intraprendente, arriva all'improvviso Dante, figlio di una ex compagna di collegio della zia. E c'è chi sospetta oscuri moventi. Quanto più la storia si apre a inattesi sviluppi nel presente, tanto più il passato viene folgorato da una nuova luce e il mistero che nascondeva si dischiude lentamente con la forza di una grande storia d'amore.
L'AUTRICE
Simonetta Agnello Hornby è una scrittrice italiana naturalizzata britannica.Nata e vissuta negli anni giovanili in Sicilia, ha conseguito nel 1967 il dottorato in giurisprudenza e si è poi specializzata avvocato minorile e giudice in Inghilterra, dove si era trasferita dopo aver sposato un cittadino inglese. Vive a Londra dal 1972 ed è presidente del Tribunale Special Educational Needs and Disability. Ha fondato nel 1979 uno studio legale nel quartiere londinese di Brixton. Il romanzo d'esordio La Mennulara, bestseller tradotto in dodici lingue, ha ricevuto il 7 giugno 2003 il "Premio Letterario Forte Village"; nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il "Premio Alassio 100 libri - Un autore per l'Europa", ed è stato finalista del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi".
[di D.C.]
Ogni
recensione è una confessione, e questa non farà eccezione.
Una
confessione doppia, perché devo spiegare come mai questo libro della pur brava
e apprezzata Simonetta Agnello Hornby non vada letto, ma non può comunque mancare tra i più utili dei nostri amati
amici stampati .
La prima
risposta è facile: Boccamurata è brutto.
Non brutto alla maniera di Kali, dea dalle
molte braccia che terrifica con i suoi strumenti di distruzione.
No. Brutto
per la storia, scontata, piatta, tenuta in vita da svolte narrative forzate.
Brutto per i
personaggi, debolmente caratterizzati, talvolta superflui e talaltra ancora
dalla scomparsa inspiegabile.
Brutto per la mancata resa dell’ambientazione: si
perdono i profumi, i colori, le atmosfere di una Sicilia che pur si vuole
descrivere.
Devo
proseguire? Proseguo.
Brutto per
la prevedibilità dell’intreccio: la suspence ha un malore già a metà libro.
Brutto per
la resa stilistica del dialetto: per come usato, rende ulteriormente
stereotipati i personaggi.
Un romanzo
che, in definitiva, non coinvolge e non genera emozioni.
Lo so, non
vi ho convinto.
Perciò
volete ugualmente leggerlo; e allora come leggerlo?
Sapete, ammiro molto coloro che riescono nella
quiete più apparentemente inalterabile starsene seduti a riflettere senza
null’altro da fare.
Nessun’altra occupazione: “buona” con cui
costruttivamente distrarsi o “cattiva” con cui narcotizzarsi.
Ebbene Boccamurata può esserci d’aiuto. Ognuno
dei 48 capitoli di cui si compone è introdotto da una frase, che si ritroverà
poi nel corpo del testo, e che ne sintetizza
in modo davvero efficace il contenuto.
Bene, questi sottotitoli li si può utilizzare come
dei mantra, degli evocatori di suggestioni o (perché no?) come dei punti su cui
far convergere la nostra presenza mentale per scoprire magari significati della nostra vita
inaspettati.
Al 39° capitolo si può leggere: “ L’animo del giardiniere si rivela con una
trasparenza straordinaria”. Sottotitolo che non sfigura, proprio per nulla,
davanti ai più rinomati koan del buddhismo zen.
Certo in
alcuni di essi ci sono dei debiti letterari verso Cappuccetto Rosso che abbassano il
registro: “Il binocolo usavo, per
vederti meglio”( sottotitolo del 40° cap.), ma si lascia perdonare dalla
saggezza del 32°: “ Non sempre la verità
nuoce”.
Ai più maliziosi tra voi, poi, raccomando di
non leggere quello del 29: “Ti piacciono
le cose inanimate, senza sentimenti “ .
Ehi, avevamo
detto di non leggere!
Perché potreste
indurvi a pensare che non si affrontano solo
scheletri familiari negli armadi, ma
anche tematiche scottanti, attualissime e di vivo interesse: le sex dolls.
No, non
proprio.
La delusione potrebbe, infatti, rovinosamente abbattersi
su di voi e guastarvi il risveglio ad
una più profonda consapevolezza.
E se speraste di rifarvi col capitolo 12, il
cui incipit ammicca senza fraintendimenti con un: “Il sesso è il motore del
mondo “, nuovamente rimarreste scontenti.
Insomma
usatelo per meditare: sulla vita, su voi stessi, sulla Sicilia, sull’orso
polare in via d’estinzione. Usatelo per darvi un piglio intellettuale.
Usatelo,
all’occorrenza, per proteggervi dal riverbero solare, se vi acceca.
Ma non per
appagare la vostra voglia di leggere un buon libro o i vostri piccanti appetiti.
MUSICA CONSIGLIATA
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