mercoledì 20 marzo 2013

Boccamurata di Simonetta Agnello Hornby | Recensione




La famiglia come covo di segreti innominabili, la sensualità di uomini e donne, la lotta per la roba nella Sicilia di oggi.


Titolo: Boccamurata
Autore: Simonetta Agnello Hornby
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Data di Pubblicazione: 2 gennaio 2009
Pagine: 271
Prezzo: 8,00 euro
ISBN: 978-8807720796


Trama
Chi è stata la madre di Tito? Una poco di buono, come dicono certe voci cattive? O una signora di buona famiglia costretta a "sparire", come ha sempre detto il padre Gaspare? Tito è alla guida di un pastificio, fonte non solo di ricchezza ma anche di conflitti, tensioni e invidie in seno a una famiglia allo sbando. È soltanto la sua autorità a tenerla insieme, a volerla unita, con il sostegno forte della mite presenza di una vecchia zia: zia Rachele ha vegliato su Tito e poi sui figli di lui e non ha perso la capacità di intuire anche quello che le si vorrebbe tener nascosto, ma nel suo sguardo cominciano ad affiorare a poco a poco ricordi confusi e brandelli di segreti custoditi tenacemente per più di mezzo secolo. A smuovere ulteriormente le acque torbide, insieme alla bellissima Irina, spregiudicata e intraprendente, arriva all'improvviso Dante, figlio di una ex compagna di collegio della zia. E c'è chi sospetta oscuri moventi. Quanto più la storia si apre a inattesi sviluppi nel presente, tanto più il passato viene folgorato da una nuova luce e il mistero che nascondeva si dischiude lentamente con la forza di una grande storia d'amore.

L'AUTRICE
Simonetta Agnello Hornby è una scrittrice italiana naturalizzata britannica.Nata e vissuta negli anni giovanili in Sicilia, ha conseguito nel 1967 il dottorato in giurisprudenza e si è poi specializzata avvocato minorile e giudice in Inghilterra, dove si era trasferita dopo aver sposato un cittadino inglese. Vive a Londra dal 1972 ed è presidente del Tribunale Special Educational Needs and Disability. Ha fondato nel 1979 uno studio legale nel quartiere londinese di Brixton. Il romanzo d'esordio La Mennulara, bestseller tradotto in dodici lingue, ha ricevuto il 7 giugno 2003 il "Premio Letterario Forte Village"; nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il "Premio Alassio 100 libri - Un autore per l'Europa", ed è stato finalista del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi".

RECENSIONE 
[di D.C.]

Ogni recensione è una confessione, e questa non farà eccezione.
Una confessione doppia, perché devo spiegare come mai questo libro della pur brava e apprezzata Simonetta Agnello Hornby non vada letto, ma non può comunque  mancare tra i più utili dei nostri amati amici stampati .
La prima risposta è facile: Boccamurata è brutto.
Non brutto alla maniera di Kali, dea dalle molte braccia che terrifica con i suoi strumenti di distruzione.
No. Brutto per la storia, scontata, piatta, tenuta in vita da svolte narrative forzate.
Brutto per i personaggi, debolmente caratterizzati, talvolta superflui e talaltra ancora dalla scomparsa inspiegabile.
Brutto  per la mancata resa dell’ambientazione: si perdono i profumi, i colori, le atmosfere di una Sicilia che pur si vuole descrivere.
Devo proseguire? Proseguo.
Brutto per la prevedibilità dell’intreccio: la suspence ha un malore già a metà libro.
Brutto per la resa stilistica del dialetto: per come usato, rende ulteriormente stereotipati i personaggi.
Un romanzo che, in definitiva, non coinvolge e non genera emozioni.
Lo so, non vi ho convinto.
Perciò volete ugualmente leggerlo; e allora come leggerlo?
Sapete, ammiro molto coloro che riescono nella quiete più apparentemente inalterabile starsene seduti a riflettere senza null’altro da fare.
Nessun’altra occupazione: “buona” con cui costruttivamente distrarsi o “cattiva” con cui narcotizzarsi.
Ebbene Boccamurata può esserci d’aiuto. Ognuno dei 48 capitoli di cui si compone è introdotto da una frase, che si ritroverà poi nel  corpo del testo, e che ne sintetizza in modo davvero efficace il contenuto.
Bene,  questi sottotitoli li si può utilizzare come dei mantra, degli evocatori di suggestioni o (perché no?) come dei punti su cui far convergere la nostra presenza mentale per scoprire  magari significati della nostra vita inaspettati.
Al 39° capitolo si può leggere:  “ L’animo del giardiniere si rivela con una trasparenza straordinaria”. Sottotitolo che non sfigura, proprio per nulla, davanti  ai più rinomati koan  del buddhismo zen.
Certo in alcuni di essi ci sono dei debiti letterari  verso Cappuccetto Rosso che abbassano il registro:  “Il binocolo usavo, per vederti meglio”( sottotitolo del 40° cap.), ma si lascia perdonare dalla saggezza del 32°:  “ Non sempre la verità nuoce”.
Ai più maliziosi tra voi, poi, raccomando di non  leggere quello del 29: “Ti piacciono le cose inanimate, senza sentimenti “ .
Ehi, avevamo detto di non leggere!
Perché potreste indurvi a pensare che non  si affrontano solo scheletri familiari negli armadi,  ma anche  tematiche scottanti, attualissime  e di vivo interesse: le sex dolls.
No, non proprio.
La delusione potrebbe, infatti, rovinosamente abbattersi su di voi e guastarvi  il risveglio ad una più profonda consapevolezza.
E se speraste di rifarvi col capitolo 12, il cui incipit ammicca senza fraintendimenti con un: “Il sesso è il motore del mondo “, nuovamente rimarreste scontenti.
Insomma usatelo per meditare: sulla vita, su voi stessi, sulla Sicilia, sull’orso polare in via d’estinzione. Usatelo per darvi un piglio intellettuale.
Usatelo, all’occorrenza, per proteggervi dal riverbero solare, se vi acceca.
Ma non per appagare la vostra voglia di leggere un buon libro o i vostri piccanti appetiti.


VALUTAZIONE T&TBC



MUSICA CONSIGLIATA




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